La legge dei figli by AA.VV

La legge dei figli by AA.VV

autore:AA.VV. [AA.VV.]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Quello di passare a prendermi è l’unico favore che Saverio mi fa. Per il resto mi spettano dodici ore di raccolta, a tre euro l’ora, esattamente come agli altri. Dopo le prime due ore il ragazzo di colore e i suoi occhi annegano con tutto il resto della mia vita in un mare di sudore, sole, e piante di pomodoro.

Sono passati due giorni, sono di nuovo alla rotonda, seduto nel furgone accanto a Saverio. Ci sono le solite sei figure appoggiate al muro, disegnate con chiarezza dalla luce arancione dell’aurora - non c’è nebbia oggi. Ma ce ne sono altre due, appoggiate qualche metro più in là allo stesso muro, e sono le prime che si staccano per avvicinarsi. Una ha il passo asimmetrico e aritmico di uno zoppo; l’altra quello dondolato di una donna. È nera anche lei, naturalmente.

Il ragazzo si accosta al mio sportello, con la domanda negli occhi; la donna lo segue a qualche passo di distanza. Man mano che si avvicina sembra sempre più una ragazzina, forse non arriva a diciott’anni, più scura di lui e anche un po’ più alta; è prosperosa ma non grassa, la pelle liscia e lucida. Chissà chi è, dove l’ha pescata; come l’ha convinta a venire. Una disperata come lui, certo, ma non credevo che la disperazione potesse arrivare a tanto; e sì che me ne intendo. Nei suoi occhi non c’è l’attesa spasmodica che si legge in quelli di lui; sono altrove, torpidi. Li guardo poco, però, preferisco concentrarmi sul parabrezza.

Saverio invece fissa entrambi con attenzione, il suo è uno sguardo che pesa. Dopo un po’ sentenzia.

- Cu’ chella coscia ‘a scigna fatic’ ‘a cascione. ‘A zoccola fatic’ pur’essa, ‘ropp.

Traduco al parabrezza.

- Il capo dice che ti prende a cottimo: tre euro per ogni cassone che riempi, - sono circa tre quintali a cassone, - la prima paga tra due settimane. Anche lei deve lavorare, dopo.

Non ho capito se anche la ragazza deve lavorare a cottimo, e non sarò io a chiederlo a Saverio; probabilmente sì, anche se ha gambe sane e può camminare e muoversi meglio del suo amico. Non guardo nemmeno se i due salgono sul Transit; non mi riguarda e comunque sono certo che l’hanno fatto.

Ci vuole un’ora per arrivare al campo della raccolta. È in provincia di Caserta, e Saverio fa strade strane per arrivarci, probabilmente per evitare pattuglie di polizia e carabinieri. Nessuno parla nel furgone, siamo tutti già stanchi, sfatti di sonno e caldo, e non vale la pena sprecare il fiato. E poi la presenza dei due nuovi, specialmente quella della ragazza, gela la conversazione: tutti sanno perché è venuta e nessuno dei miei compagni trova la cosa divertente. Forse qualcuno sta chiedendosi cosa succederebbe se Saverio invece di farsi una nera avesse voglia di una ragazza bionda e chiara come una delle nostre. Il sole è già una luce accecante, e il cielo fuori del finestrino è di un bel blu. È un privilegio anche questo, poter guardare fuori: il Transit ha i finestrini solo ai posti anteriori, dietro non passa un raggio di luce né un filo d’aria.



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